In oltre 115 anni di attività, i macchinari realizzati dall’azienda guidata dalla famiglia Buzzi hanno fatto letteralmente il giro del mondo.
A confermare la straordinaria prerogativa dell’azienda di Novellara (in provincia di Reggio Emilia) è il fatto che proprio in questi giorni un importante impianto per l’essicazione della vinaccia, quella parte che resta dopo la compressione dell’uva, è in viaggio verso il Cile. Ma nei decenni passati la Officine Meccaniche Buzzi ha lavorato in lungo e in largo: dall’Africa, con particolare riferimento al Maghreb, cioè Tunisia, Marocco libia e fino a qualche tempo fa all’Algeria (oggi diventata troppo pericolose per le consegne), all’Europa, intesa come Spagna, Francia (tra la zona di Bordeaux e il massiccio centrale), l’ex Jugoslavia e l’Albania, fino agli Stati Uniti, con in testa la bella California, senza dimenticare l’Australia.
Per questo raccontare la storia lavorativa della famiglia Buzzi è un po’ come descrivere quella dell’Italia dai primi del Novecento fino ai giorni nostri.
Anche perché, se si entra nello stabilimento ancora oggi guidato da Giorgio Buzzi, si trova un attestato che risale al 1902:
«Quello relativo al lavoro di mio nonno Giovanni – sottolinea – che comprova come fosse padrone di bottega proprio agli inizi di quel secolo».
Parlare di quel periodo in cui le macchine venivano costruite interamente in legno, sfruttando l’abilità nei lavori di falegnameria di Giovanni Buzzi, potrebbe sembrare oggi anacronistico, tenuto conto che in azienda lavora la quarta generazione (quella rappresentata da Giovanni e Valentina, figli di Giorgio) e l’evoluzione tecnologica è all’ordine del giorno.
Ma se poi, invece, si focalizza l’attenzione sulle parole dell’attuale amministratore delle Officine Meccaniche Buzzi, si scopre come in quei primi anni dello scorso millennio Giovanni Buzzi sia stato un antesignano perfino della raccolta differenziata.
Infatti ogni sua creazione, ogni macchinario realizzato in quegli anni a ridosso delle grandi guerre mondiali, è stato un prodotto utile anche a recuperare qualcosa che altrimenti sarebbe andato buttato:
«All’inizio fu creata la diraspatrice, utile a togliere il raspo dopo la pigiatura dell’uva. Arrivarono poi i separatori, che invece recuperavano tutta la parte dell’uva che non era utile alla produzione del vino. Un lavoro straordinario, perché dai semi dell’uva viene prodotto l’olio di vinacciolo, che ancora oggi viene usato molto in Cina e Giappone e purtroppo decisamente meno in Italia, e questo nonostante questo tipo di olio sia molto buono per friggere, in quanto ha un punto di fumo molto più alto di quello dell’olio di arachidi. Una volta c’era una distilleria di Modena che lo produceva ma adesso è diventato un prodotto soltanto di nicchia».
Fu poi la volta degli essicatori per sansa d’oliva, anche in questo caso cioè quel che resta dalla pigiatura delle olive:
«Mio padre Gino – racconta ancora Giorgio Buzzi – acquistò da due fratelli toscani che non avevano figli il marchio e i modelli di un’azienda, l’Autofocolar, per realizzare altre strutture legate alla produzione di essicatori».
Sperimentazione: è un vocabolo che si sposa appieno con la lunga e laboriosa attività della famiglia Buzzi. Hanno sperimentato il nonno e il papà dell’attuale amministratore, ha continuato a farlo Giorgio Buzzi, che ha ereditato la passione dai suoi avi e l’ha trasmessa ai figli:
«Non c’è più grande piacere di poter assistere alla nascita di un macchinario che prende forma grazie alle tue idee»
è il credo del titolare delle Officine Meccaniche con sede a Novellara. Non è un caso che l’azienda dei Buzzi sia oggi un punto di riferimento per tante distillerie, oleifici e per le azienda che producono pellet di legno, arrivando a realizzare finanche essicatori per prodotti chimici e per minerali. Tanto che nel corso del tempo, come abbiamo visto, l’azienda è divenuta leader di mercato in Italia e soprattutto all’estero.
Ma a volte sperimentato ci si imbatte anche nella necessità di fare cassa.
È successo così che nel 2002 le Officine Meccaniche Buzzi hanno decido di diversificare il loro mercato di riferimento, cominciando a lavorare la lamiera come contoterzista e mettendo a disposizione oltre ai macchinari, comunque sempre al massimo dell’avanguardia dal punto di vista tecnologico, per il taglio, la piegatura e la saldatura, anche l’esperienza sotto il profilo tecnico per i clienti di settori molto diversi (come ad esempio macchine agricole, arredamenti macchine per la pulizia delle strade).
«Tutto è iniziato quando abbiamo acquistato un macchinario per tagliare la lamiera da utilizzare per le nostre attrezzature. Abbiamo allora deciso di lavorare anche per conto terzi, tagliando con il laser i pezzi su specifici disegni fornitici dai nostri clienti».
Che la storia lavorativa delle Officine Meccaniche Buzzi sia speciale lo dimostra poi un dettaglio non da poco. Bisogna ritornare indietro di oltre un decennio: l’Italia è nel pieno della crisi economica che investe tutta Europa e anche regioni virtuose come l’Emilia Romagna sono costrette a fare sempre più ricorso agli ammortizzatori sociali per evitare la chiusura:
«In quel periodo – racconta ancora Giorgio Buzzi – io invece chiedevo ai miei operai non solo di lavorare regolarmente, ma addirittura di fare ore di straordinario per rispondere alle commesse che ci arrivavano da ogni dove. Ricordo lo stupore dei nostri operai a questo tipo di richieste, proprio mentre i colleghi di tante altre aziende erano invece in cassa integrazione».
Per questo parlare del futuro sembra difficile, visto che per l’azienda reggiana il presente è già futuro.
«Lavoriamo programmando il domani, consapevoli che domani potrebbero arrivare una serie di richieste da mettere in difficoltà la nostra abituale catena produttiva, “costringendoci” ad aumentare il monte ore complessivo dei singoli operai impegnati nel nostro stabilimento. Nel frattempo ci godiamo quello che in questi quasi 120 anni abbiamo saputo fare, sapendo che la storia parla di noi meglio di qualsiasi altra cosa».